Psicoterapia di coppia

La psicoterapia di coppia è un’occasione fondamentale e unica per affrontare i disagi relazionali che si sono formati durante la storia della coppia, magari nell’arco di molti anni di vita in comune.

Generalmente una coppia si rivolge allo psicoterapeuta dopo un periodo prolungato di tensione dolorosa e una serie di tentativi volti a trovare un equilibrio possibile. Spesso la coppia si sente impoverita e distante, il dialogo e l'intimità sono ridotti, i rapporti sessuali ormai inesistenti.

Fare una psicoterapia di coppia significa sbloccare i nodi relazionali problematici e ritrovare il senso della relazione. Significa potersi nuovamente scegliere come coppia.

La durata di una seduta è di 1 ora e 15 minuti.

Approfondimenti

La coppia in psicoterapia

Molti anni fa un amico che conosco da vent'anni e che si fida di me sia personalmente sia professionalmente mi chiese di vedere una coppia di suoi amici, nonostante non avessi mai lavorato come psicoterapeuta di coppia. Inizialmente fui restio perché temevo che fosse poco efficace il fatto di non lavorare su un singolo paziente. In questo caso, infatti, il paziente è la relazione di coppia. Dietro sua insistenza, mi avventurai ugualmente in quel terreno ancora inesplorato e, con grande stupore, fui catturato dal potenziale emergente della coppia in questione e di quelle che, da allora, cominciai con interesse a prendere in terapia.
La complessità straordinaria della psicoterapia di coppia mette in luce che i nodi problematici della relazione riflettono quelli personali, legati all’esperienza che il singolo membro della coppia porta dentro di sé. Potrebbe sembrare una cosa scontata, ma quando viene vissuta direttamente non è così semplice da gestire per la coppia. Il lavoro psicoterapeutico, quindi, implica questo doppio movimento tra l’io e il noi. A poco a poco, nel corso del tempo, la coppia lo comprende, calando questa esperienza nel vivo della propria persona e della relazione. Soltanto a questo punto, i partner possono decidere se proseguire la loro relazione e scegliersi nuovamente come coppia. In questo caso si sviluppa una fioritura che rappresenta la crescita della coppia, che aveva interrotto la sua capacità di confrontarsi e di vivere una profonda intimità.

La paura d’amare

La coppia è per me una relazione molto preziosa, è una dimensione esclusiva, fatta da memorie, da un presente quotidiano e da un progetto continuo per il futuro. I partner si trovano a costruire una nuova vita insieme: due mondi inizialmente divisi e sconosciuti si incontrano e fondano un mondo nuovo, che prima non esisteva. Questo significa cambiare se stessi e accogliere la promessa di una vita nascente: il noi. Questa trasformazione non è semplice, poiché ogni individuo porta con sé una complessità di vissuti personali che si intrecciano con quelli dell’altro. E questo può generare dei contrasti e un sentimento di paura. Amare, infatti, può far paura.
Vorrei ampliare questo discorso, per quanto brevemente in questa sede, fornendo uno spunto aggiuntivo. La coppia, più di qualsiasi atro tipo di relazione, è legata a due esperienze: la fusionalità e la separatezza. Nel corso degli anni ho imparato a capire che non è coppia se non ci sono entrambe queste esperienze. La fusionalità avviene quando i membri della coppia si perdono l’uno nell’altro; implica esclusività, un certo possesso, carnalità, un sentimento di perdita della propria individualità, di normale perdita di sé a favore di una nuova entità, il noi. La separatezza, invece, implica la propria individualità, è l’io; significa diversità e chiede interesse da parte dell’altro.

Quando si ha paura di amare?
Possiamo rifarci a queste due esperienze di fusionalità e separatezza. Semplificando, potremmo dire che si ha paura di amare in due casi: quando si vive un senso di soffocamento nell’incontro intimo con l’altro oppure quando si vive un senso costante di perdita per la mancanza, anche solo temporanea, dell’altro.
Solitamente la paura della fusionalità provoca un senso di eccessiva distanza relazionale, come se la persona che la vive debba proclamare continuamente la propria indipendenza e non lasciarsi mai influenzare dall’altro. Le persone che vivono questo sentimento possono apparire particolarmente fredde e distaccate.
La paura della separatezza, al contrario, provoca un senso di eccessiva vicinanza relazionale, di preoccupazione ansiosa per la mancanza dell’altro, di insicurezza e di gelosia estrema. Le persone possono apparire particolarmente emotive e soffocanti, mai autonome né dotate di iniziativa. Nel primo caso, la paura del noi e la ricerca continua di indipendenza non rappresentano una reale autonomia dell’individuo; nel secondo caso, la paura dell’io e la ricerca continua di vicinanza è funzionale esclusivamente a un bisogno di conferme personali, non di un vero noi. In entrambi i casi l’io è fragile e, di conseguenza, il noi è impossibile.

La psicoterapia di coppia è un’esperienza molto importante a questo proposito, direi indispensabile e unica per modificare questa situazione. Agisce su queste esperienze e ogni membro della coppia ha l’occasione di mettersi in discussione per sé e per l’altro.