Orientamento teorico

Il mio orientamento teorico è psicoanalitico, nei suoi recenti sviluppi relazionali. Il proprio intuito e l’ascolto pieno delle emozioni, la libertà di scegliere soggettivamente il modo più giusto di vivere, la capacità di affrontare con fiducia e forza le difficoltà della vita e i suoi eventi meno felici, sono il cuore più autentico di una psicoanalisi che mi piace definire emancipativa.
Accanto al mio rigoroso iter psicoanalitico, nel corso degli anni, ho approfondito la tecnica da cui è nata la psicoanalisi, cioè l’ipnosi. Ero desideroso di conoscere l’esperienza naturale dello stato di trance per valutarne la sua importanza terapeutica e approfondire i suoi sviluppi contemporanei in ambito clinico.

Consiglio a chi voglia avvicinarsi alla possibilità di fare una psicoterapia, di non basarsi unicamente sull’orientamento teorico dello specialista, ma di incontrarlo e farsi un’idea personale delle sue qualità professionali e relazionali.

Approfondimenti

Psicoanalisi e gruppoanalisi

I miei principi ispiratori si riferiscono al modello teorico definito gruppoanalitico, in cui mi sono specializzato a Milano seguendo una rigorosa formazione didattica con Diego Napolitani, che negli anni Settanta fondò il centro riabilitativo dell'attuale ex Pini di Milano per la lotta contro l'abominio dei manicomi, di cui in Italia Franco Basaglia fu capostipite.
Questo modello teorico promuove l'idea che l'essere umano esiste solo nella relazione con gli altri e con il suo ambiente. Il concetto di psiche lascia il posto a quello di gruppo e, di conseguenza, viene abbandonato lo statuto monadico della psico-analisi a favore di una gruppo-analisi. Gruppoanalisi non vuol dire, come molti erroneamente credono, analisi di gruppo, ma analisi dell'individuo nella sua relazione con il mondo.

All'origine, l'idea di una gruppoanalisi individuo-ambiente venne sviluppata dallo psicoanalista Trigant Burrow, allievo di Carl Gustav Jung nei primi del Novecento e presidente dell'American Psychoanalytic Association, di cui fu tra i fondatori nel 1911. Lo stesso Sigmund Freud, per quanto non avesse mai usato il termine gruppoanalisi, era arrivato alla medesima conclusione nell'ultimo periodo della sua ricerca: in Psicologia delle masse e Analisi dell'Io, uno scritto del 1921, parlava dei processi di identificazione e, quindi, del fondamento relazionale dell'individuo che non esiste se non in rapporto con il suo ambiente. Il termine gruppoanalisi, tuttavia, fu ripreso successivamente negli anni Cinquanta, per opera di Siegmund Foulkes, medico psichiatra della Società Psicoanalitica Britannica. Infine, con la nascita della Società Gruppoanalitica Italiana, la cui prima forma istituzionale fu fondata a Roma nel 1968 da Fabrizio Napolitani, fratello di Diego, vediamo oggi il compiersi del modello teorico della gruppoanalisi nella sua più rigorosa sistematizzazione.
Dobbiamo a Luciano Cofano, tra i fondatori della società gruppoanalitica, l'interesse per le neuroscienze e, soprattutto, per la biofisica, che egli ha integrato, nel corso degli ultimi trent'anni, con il modello originario di gruppoanalisi. Attraverso i suoi studi viene alla luce un'ulteriore e importante sviluppo relativo alla parola individuo: si pone l'accento sull'illusione che esista una psiche separata dal corpo. Quindi, oggi, la gruppoanalisi specifica ulteriormente il concetto binomiale di individuo-ambiente, affermando che la psiche non esiste separata dal corpo, che a sua volta non esiste separato dalla relazione con gli altri e con il mondo. Avviene perciò un passaggio teorico dal binomio individuo-ambiente al trinomio psiche-corpo-ambiente: la psiche è corpo in relazione, anzi potremmo dire che noi siamo relazione.

Per una mia comodità, già da tempo, ho scelto di chiamare il mio orientamento teorico analitico, anziché gruppoanalitico, per evitare la confusione che il termine gruppo ha prodotto nella storia della gruppoanalisi (e ancora oggi in genere produce), alla ricerca di un termine che dia il giusto valore al modo in cui intendo il mio lavoro con il paziente, che considero una persona unica nel suo fondamento relazionale ed ecosistemico.

Ipnosi e ipnoterapia ericksoniana

L’ipnosi è una tecnica psicoterapeutica che utilizza lo stato di trance affinché l’individuo recuperi e sviluppi le proprie risorse. In questo modo l’individuo potrà affrontare il proprio malessere e cambiare la propria vita.
Oltre all’ambito psicoterapeutico, l’ipnosi viene utilizzata in particolar modo nella terapia del dolore, nell’anestesia, per smettere di fumare, nel parto, in casi di cefalea e problematiche psicosomatiche.
Per qualche curiosità in più si consiglia la lettura dell'articolo Ipnosi e psicoanalisi, a cura di Enrico de Sanctis.