Intervista - Sulla infedeltà



Spesso mi viene posta una domanda ricorrente, cioè se la fedeltà esiste. Bisogna fare una serie di distinzioni, tenendo presente che ci sono diverse variabili che riguardano la fedeltà in coppia. Esse sono relative alla storia dei singoli partner, ai sentimenti più profondi di ciascuno, al tipo di coppia che si forma, alla cultura di cui si fa parte.

- Come potremmo definire la fedeltà?
È una domanda semplice solo in apparenza. Potremmo dire che i partner sono fedeli quando i sentimenti che provano sono esclusivi, quando la sessualità è monogama. La situazione si complica però, se introduciamo la distinzione tra essere primi ed essere unici. Un conto è essere al primo posto, un conto è essere unici e soli nella vita del partner. Cosa succede quando il partner vive altre passioni che esulano dalla coppia, in ambito lavorativo ad esempio o amicale?

- Perché si è infedeli?
Spesso si dice che avere rapporti sessuali con lo stesso partner annoia. Per stanchezza, quindi, si frequentano altre persone. Questo può essere vero, ma bisogna fermarsi a riflettere, perché a volte la stanchezza sessuale è una scusa per evadere dalla relazione di coppia in crisi. La crisi così non viene affrontata e la coppia rimane rigidamente stabile, in un equilibrio fasullo, anche per una vita intera. E rischia di non crescere e di restare in una dimensione di aridità. Forse di paura.

- La paura d’amare provoca infedeltà?
Sì, può provocarla. Non è necessariamente vero per tutte le coppie, ma può succedere che si tenga un piede fuori dalla coppia per paura di costituire un legame, che non viene vissuto come intimo e profondo, ma soffocante e in qualche modo inquietante. Questo può avere a che fare con la propria storia. Carenze affettive, sentimenti di rivalità e gelosia, ferite e delusioni, ad esempio, possono contribuire a sviluppare una difficoltà significativa a stringere un legame.

- Anche la paura di separarsi dal proprio partner provoca infedeltà?
Certamente sì. A volte si ha paura di restare soli, si preferisce un rapporto insoddisfacente e si evitano i rischi di un cambiamento. La persona vive un senso di colpa all’idea di lasciare il proprio partner, teme di ferirlo, sente di deludere le aspettative dei propri genitori o dei figli magari. La persona può essere talmente ancorata alla sicurezza della propria realtà che non riesce a immaginare la possibiltà di nuove occasioni. L'infedeltà allora è un modo possibile di provare piacere, che però deve rimanere occasionale sia tramite il sesso sia con la presenza di un amante più stabile, ma clandestino e tenuto ai margini. Approfondire, invece, significa scoprire il vaso di Pandora e affrontare certe verità che possono essere scomode e pericolose, creando disorientamento e paura.

- L’idea del possesso dell’altro non è sbagliata?
Non mi piace definire gli stati d’animo sbagliati, come fossero dei disturbi. Possedere l’altro condizionando la sua espressività o annientandolo è un conto, desiderare di essere messi al primo posto è un altro. Non dimentichiamo che l’essere umano è territoriale. La fedeltà non è una garanzia, ma un atto di fiducia, un modo di prendersi cura dell’altro.

- Meglio infedeli o single?
Domanda impossibile! Dei legami abbiamo bisogno. C’è chi li realizza tramite gli amici o la famiglia d’origine, senza stare in coppia. Ma chi sta in coppia ed è infedele, comunque sente il bisogno di un legame profondo, anche se a volte lo tradisce. Il legame è molto desiderato, ma bisogna capire se si è infedeli perché la persona, con la quale si sta, è quella sbagliata.